Bugarach dopo il 21-12-2012

C’è stato un enorme parlare nelle ultime settimane del 2012 di questo paesino francese sconosciuto ai più.

Bugarach, uno dei luoghi della salvezza dalla fine del mondo.

A dire che fossi completamente tranquilla sul fatto che il 21-12-2012 non sarebbe successo proprio nulla sarei bugiarda.

Proprio per quella data avevamo programmato la partenza per il nostro viaggio natalizio attraverso la costa francese e spagnola, e così un po’ per gioco un po’ per scaramanzia ci siamo detti: se il mondo non finisce andremo a farci un salto ad acque chiete, tanto più questa zona si trova abbastanza lungo il tragitto programmato

Bugarach si trova nel dipartimento dell’Aude, nei Pirenei, non troppo lontano dal confine spagnolo e a poco più di 30 km dalla città catara di Carcassonne. Noi provenivamo dalla Spagna e per una buona oretta abbiamo guidato nel nulla più assoluto, qualche raro campo coltivato ogni tanto ma nulla di più, tanto che la battuta veniva spontanea : per forza qui la fine del mondo non doveva arrivare, qui siamo già fuori dal mondo!

Dopo moltissime curve eccoci arrivati a questo paesino che si presenta così come lo vedete qui sopra: una manciata di case in mezzo ad un’area montuosa. Sapevamo che Bugarach non presentava attrattive di per se, e non sapevamo bene cosa aspettarci dalla visita.

I media hanno parlato di una località in cui i prezzi degli immobili sono schizzati a causa di una richiesta pressante per ogni piccola possibilità di abitare nel luogo eletto nel fatidico periodo , così come di moltissimi personaggi più o meno particolari fermamente credenti nella profezia Maya.

Il nostro interesse era indirizzato soprattutto alla gente che avremmo incontrato. Eravamo poi pronti  a trovare i segni, sicuramente anche non positivi, che una anomala quanto pressante attenzione, può lasciare su un luogo normalmente non considerato.

Siamo arrivati a Bugarach il 2 Gennaio

e questo è l’unico segno che abbiamo trovato che potesse in qualche modo fare riferimento alla fatidica data

Bugarach è piccolissimo:  questa qui sopra è la sua chiesa di cui non esiste una facciata.

E’ abbastanza evidente che si tratti di una zona molto povera, e il paese, per quanto piccolo è piuttosto disabitato con molte costruzioni in stato di abbandono. Molti i cartelli come quello qui sotto ad indicare  un immobile in vendita

e la maggior parte delle volte il cartello risultava quasi illeggibile da quanto vecchio era…….riuscite a intuire l’ “A Vendre” nella foto qui sopra?

Nessun tipo di esercizio commerciale esistente: ci aspettavamo orridi negozi di souvenirs e invece non c’era traccia di nulla: non una boulangerie, nè un giornalaio o un piccolo negozio di alimentari. L’unica fonte di sostentamento possibile sembrava essere la promessa di una freccia che indicava una fattoria che vendeva il formaggio di capra prodotto da loro.

E poi, altra cosa che mai ci saremmo aspettati, il paese era completamente deserto: ad eccezione che un’altra coppia di curiosi, che come noi si guardava intorno stupita ed incredula, non si è vista anima viva.

Non è mia intenzione criticare questi posti, nè tanto meno le persone che credono nella sacralità di questi luoghi, quello su cui mi piacerebbe mettere l’accento è sulla tipologia di informazione che ci propinano i media creando casi sul nulla. Il paese di Bugarach aveva case in vendita da decenni, moltissimi immobili che sarebbero potuti essere abitabili se ristrutturati, e questo assolutamente non può convivere con quanto asserito sul boom immobiliare.

Nessun cartello nè attività commerciale faceva supporre una invasione di persone della portata di cui parlavano in televisione per il semplice motivo che se questo fosse stato vero, ne sarebbe potuta derivare una ricchezza di cui sicuramente qualcuno avrebbe fatto tesoro ( chioschi di panini e bibite tanto per fare un esempio, rivendita di generi di prima necessità, affitto di stanze ecc.ecc.)

E questo mi da molto da pensare…

L’unica cosa che davvero c’era era una atmosfera un po’ inquietante: sarà stato questo cielo minaccioso che per quasi tutto il tempo ci nascondeva la vista della famosa montagna rovesciata …

Abbiamo voluto provare la scalata al Pech de Bugarach, questa montagna che si dice essere il risultato del capovolgimento di un pezzetto di crosta terrestre dovuto allo scontro tra le zolle in periodo arcaico. Ma la pioggia incessante ci ha fatto desistere dopo circa un’ora di cammino, e così solo proseguendo il nostro viaggio verso Rennes-le-Château, abbiamo finalmente potuto intravedere il suo ormai famoso profilo.

 

il viaggio prosegue a Alet les Bains

Bugarach dopo il 21-12-2012 ultima modifica: 2013-01-21T16:02:23+02:00 da patrizia

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Comments

  1. Emanuela
    Gennaio 21st

    Come sempre il tuo punto di vista è estremamente interessante.
    Ho letto tutto con grande curiosità, sei riuscita a catturare la mia attenzione.
    Ben scritto, foto fantastiche.
    E condivido il tuo punto di vista: quante bufale ci vengono propinate (e quante ce ne beviamo).

    • patrizia
      Gennaio 23rd

      Ciao Manu!!! Grazie per essere passata a trovarmi: sei sempre splendida, riferirò a Gabrio i complimenti per le foto!

  2. Pingback: Alet-les-Bains nella terra dei Catari -

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